Il fitoplancton, invisibile motore degli oceani, è il focus di un nuovo studio condotto per 12 anni nel Golfo di Venezia (uno dei siti della Rete di Ricerca Ecologica di Lungo Termine LTER-Italia) presso la Piattaforma Oceanografica Acqua Alta (LTER-AAOT). Questi organismi microscopici sono cruciali per la vita marina e sensibili ai cambiamenti ambientali. In uno studio pubblicato recentemente su Estuarine, Coastal and Shelf Science le ricercatrici e i ricercatori del CNR-ISMAR di Venezia hanno delineato un ciclo stagionale costante del fitoplancton, con picchi di crescita a fine inverno/inizio estate e in autunno.

Le comunità fitoplanctoniche sono dominate da diatomee e i nanoflagellati, affiancati da dinoflagellati in estate e coccolitoforacee in inverno. Questo pattern si mantiene nonostante le notevoli variazioni oceanografiche. Tuttavia, l’attenzione si è concentrata su due anni estremi: il 2014, con piogge record, e il 2022, segnato da una grave siccità.
Lo studio ha mostrato come il fitoplancton reagisca a queste condizioni eccezionali. Durante le siccità, il Golfo di Venezia tende verso condizioni “oligotrofiche” (meno nutrienti), alterando la comunità. Al contrario, le piogge intense aumentano l’influenza dell’acqua salmastra, modificando l’ambiente marino.
Comprendere le risposte del fitoplancton agli eventi estremi è vitale per monitorare la salute degli ecosistemi costieri e anticipare gli effetti dei cambiamenti climatici. Il fitoplancton è un indicatore chiave per la gestione delle risorse marine e la protezione ambientale, offrendo preziose indicazioni sul futuro dei nostri mari.
