L’Istituto scientifico A. Mosso: un centro di ricerca sulla montagna nel cuore del Monte Rosa
Alagna Valsesia (VC) - Gressoney-La-Trinité (AO) |
Quota Istituto: 2901 m s.l.m. |
Quota min- max: 2525- 3260 m s.l.m. |
T aria media annua*: -3,2 °C |
T aria min assoluta*: -23,2 °C |
T aria max assoluta*: +14,3 °C |
H neve media annua*: 124 cm |
H neve max: 580 cm (Dic. 2008) |
*Stazione Comando Truppe Alpine-Servizio Meteomont, 2005-2011
L’Istituto scientifico Angelo Mosso dell’Università degli Studi di Torino, localizzato nei pressi del Col d’Olen sul Monte Rosa a 2901 m s.l.m., fornisce una sede unica per lo svolgimento di progetti di ricerca o corsi di formazione e/o divulgazione nei campi della medicina d’alta quota, della meteorologia, della glaciologia, della scienza della neve e del suolo, anche nell’ottica dei cambiamenti climatici.
L’Istituto A. Mosso e l’Osservatorio del Col d’Olen, nei pressi del Lago Bowditch, sotto una prima nevicata autunnale.
Storia dell’Istituto
I Laboratori Scientifici “Angelo Mosso” al Col d’Olen, più noti come Istituto Mosso furono costruiti tra il 1905 e il 1907, quando apparve ormai evidente che la capanna Regina Margherita, come centro di ricerca d’alta quota, era diventato insufficiente alle sempre più numerose richieste di utilizzo da parte della comunità scientifica internazionale. La Capanna Regina Margherita del CAI era stata inaugurata nel 1893 sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa, ad una quota di 4559 m s.l.m.. Nel 1895 la regina Margherita di Savoia propose ad Angelo Mosso, professore di Fisiologia dell’Università di Torino, di aggiungere alla Capanna un Osservatorio destinato ad indagini meteorologiche e di fisica terrestre. L’Osservatorio fu terminato nel Febbraio del 1902. Integrata da questa nuova struttura la Capanna venne destinata in parte ad uso del Club Alpino Italiano, in parte ad uso di osservatorio ed in parte a ricerche di fisiologia. Lo spazio a disposizione si rivelò però ben presto insufficiente, soprattutto nella prospettiva di sempre più numerose spedizioni scientifiche. Da qui l’idea promossa da Angelo Mosso di affiancare all’Osservatorio della Capanna Regina Margherita un’ulteriore struttura in grado di mettere a disposizione dei ricercatori laboratori sempre più ampi e di permettere soggiorni di studio anche protratti ad alta quota. Questo progetto divenne presto realtà grazie
all’intervento determinante della Regina Margherita, del re Vittorio Emanuele III, del Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Agricoltura, del Club Alpino Italiano e varie personalità dell’epoca. Anche dall’estero alcune Università interessate al progetto riuscirono ad ottenere alcuni cospicui contributi da parte dei governi di Francia, Germania, Svizzera, Austria, Olanda e Stati Uniti.
Il 22 Luglio del 1904 fu scelto il terreno al Col d’Olen. Si trattava di una superficie di circa 100.000 metri quadrati che comprendeva un lago, successivamente battezzato lago Bowditch, in onore del fisiologo americano che portava quel nome. Il primo luglio 1905 ebbero inizio i lavori che terminarono nel 1907, anno in cui, il 27 agosto, ebbe luogo l’inaugurazione. Da questo momento iniziò l’attività dell’Istituto, intitolato proprio al suo promotore, Angelo Mosso. L’Istituto del Col d’Olen, allora al di sopra delle nevi perenni, superava per grandiosità per numero e disposizione di ambienti per ricchezza di arredamento scientifico tutti quelli che al tempo sorgevano sulle Alpi e su altre catene montuose d’Europa e d’America. Era il primo laboratorio che provvedeva una sistemazione confortevole a studiosi di svariate discipline: medicina, biologia, botanica, geologia, glaciologia e meteorologia.
Cartolina d’epoca raffigurante l’Istituto Mosso e l’Osservatorio con alle spalle il Monte Rosa.
Le ricerche di Fisiologia e Medicina incominciarono e proseguirono vigorose fino all’inizio della I guerra mondiale e dopo l’intervallo bellico continuarono fino allo scoppio delle II guerra risultando particolarmente significative sotto la direzione di Amedeo Herlitztka, direttore dell’Istituto di Fisiologia e dell’Istituto Mosso dal 1923 al 1938. In particolare nel 1927, con la nomina del gressonaro Umberto Monterin a Direttore dei Regi Osservatori Geofisici del Monte Rosa il laboratorio del Col d’Olen assunse un ruolo di primaria importanza anche nello studio della meteorologia e glaciologia. L’osservatorio meteorologico che affiancava l’Istituto fu potenziato con tutti gli strumenti di misura allora disponibili e venne a costituire il principale nucleo degli osservatori meteorologici del Rosa situati alla Punta Gnifetti - Capanna Regina Margherita (4560 m s.l.m.), all’Alpe Gabiet (2340 m s.l.m.) e a Gressoney La Trinité - d’Ejola (1850 m s.l.m.).
Il prof. Umberto Monterin (sulla porta a sn) davanti all’Osservatorio del Col d’Olen.
Dal 1927 al 1940 l’intensa attività di Umberto Monterin portò all’acquisizione di numerose osservazioni meteorologiche e glaciologiche, che ad oggi costituiscono un patrimonio scientifico di notevole interesse per l’attività di ricerca in ambiente alpino. Le osservazioni furono possibili anche nel corso dei mesi invernali grazie alla collaborazione di un gruppo di alpini concessa dall’autorità militare.
Nel 1942 la direzione passo alla professoressa Di Giorgio la quale, dopo la pausa dovuta agli eventi bellici della seconda guerra mondiale, diede un rinnovato impulso alle ricerche medico-fisiologiche in alta quota quando fu chiamata ad esaminare gli alpinisti per la spedizione nazionale al K2 del 1954. Nello stesso periodo l’Osservatorio meteorologico riprese in parte la sua attività. La preziosa opera condotta dal figlio di Umberto Monterin, Willy, ha permesso che le rilevazioni meteorologiche continuassero dal 1952 fino al 1958 alla Capanna Regina Margherita e fino al 1966 al Col d’Olen, mentre sono tutt’ora eseguite presso l’Osservatorio Meteorologico di d’Ejola. L’attività di ricerca all’interno dell’Istituto andò invece calando ma si riprese tuttavia negli anni ‘90, grazie anche ai lavori di restauro eseguiti per conto dell’Università.
Un disastroso incendio, verificatosi il 10 giugno 2000, ne ha però troncato la vigorosa ripresa che si stava delineando.
Il progetto di ricostruzione
Nel corso dell’inverno 2000-2001 l’Università di Torino ha promosso una serie di incontri con i rappresentanti dell’Assessorato territorio ambiente e opere pubbliche della Regione Autonoma Valle d’Aosta, dell’Assessorato dell’economia montana e foreste della Regione Piemonte, dei Comuni di Gressoney La Trinitè e di Alagna, della Provincia di Vercelli, della Comunità Montana Walser-Alta Valle del Lys, della Comunità Montana Valsesia e della Monterosa S.p.A., tutti enti che a vario titolo hanno contribuito alla gloriosa storia dell’Istituto. Così, nell’ambito dell'iniziativa comunitaria INTERREG III A, un apposito gruppo di lavoro ha definito una proposta progettuale che rappresenta le due anime, museale e scientifica, cui corrisponderà il futuro utilizzo dell'Istituto Mosso (negli Allegati si riportano le planimetrie del progetto di ricostruzione).
Il progetto intitolato “Messa in rete dei musei storico- scientifici nel territorio del Monte Rosa”, approvato nel corso del 2002, ha previsto in partenariato con i Musées cantonaux du Valais e con la Fondation Tissières di Martigny (CH), l’approfondimento e la divulgazione della ricerca scientifica in ambiente alpino, soprattutto nel territorio del Monte Rosa. Nell’ambito dell’organizzazione di questa rete museale transfrontaliera è stata prevista la ristrutturazione dell'edificio. L’idea di base era quella di proporre un utilizzo più aperto e più continuativo rivolto ad un pubblico ampio, che affiancasse interessi strettamente di studio a quelli più generali della storia della ricerca scientifica sul Monte Rosa ed alle problematiche dell’ambiente e della cultura alpina, utilizzando come base di accesso gli impianti di risalita in Valle del Lys ed in Valsesia. L’ASTUT della Università di Torino ha pazientemente catalogato e sistemato la strumentazione che è sopravvissuta all’incendio.
La “nuova” inaugurazione è avvenuta il 15 dicembre 2007.
L’Istituto il 3 ottobre 2007, dopo la ristrutturazione.
Eliofanografo Negretti e Zambra esposto all’Istituto.
Il Laboratorio nella torretta dell’Istituto.
Il simulatore di valanghe nella sala delle mostre al primo piano.
Le attività di ricerca e divulgazione dal 2007 ad oggi
Già nell’ambito del progetto INTERREG “Messa in rete dei musei storico- scientifici nel territorio del Monte Rosa” sono state effettuare una serie di esposizioni sui temi della neve, dell’acqua e del suolo a cura del Dipartimento di Neuroscienze e del Centro NatRisk - Laboratorio Neve e Suoli Alpini (LNSA) dell’Università degli Studi di Torino.
Spazio espositivo organizzato all’interno di Villa Margherita (Gressoney-St-Jean) nell’estate 2003.
Il materiale espositivo relativo alla conoscenza del suolo, accompagnato da un laboratorio di educazione ambientale, denominato il DiVertisuolo, nel corso del 2004 è stato trasferito anche in numerose scuole dell’obbligo, contribuendo in questo modo alla divulgazione dei contenuti del progetto INTERREG, in particolare per quanto riguarda il recupero e la valorizzazione dell’Istituto Mosso.
All’interno del nuovo Istituto prosegue l’attività di ricerca del Laboratorio Neve e Suoli Alpini, dove ha a disposizione uno dei laboratori di ricerca al secondo piano dell’edificio. In tal senso è opportuno segnalare la proficua collaborazione con la Società Meteorologica Italiana nell’organizzazione dell’attività di ricerca e didattica, e l’installazione al Col d’Olen, da parte del Comando Truppe Alpine - Servizio Meteomont, di una moderna stazione meteorologica automatica, nell’ambito di una specifica Convenzione con l’Ateneo. In un ottica di ottimizzazione delle risorse i dati registrati, anche da sensori sperimentali relativi ad esempio alla temperatura del suolo, sono resi disponibili oltre che al Centro Settore Meteomont ed al Laboratorio Neve e Suoli Alpini, anche alla Monterosa S.p.A. e Monterosa 2000 S.p.A., che li utilizza per la gestione della sicurezza delle piste.
Stazione nivo-meteorologica automatica del Comando Truppe Alpine – Servizio Meteomont nei pressi dell’Istituto A. Mosso.
Per quanto riguardo gli studi di Fisiologia e Medicina d’alta quota, l’Istituto Mosso è inserito nell’organizzazione internazionale della formazione post-universitaria della Medicina di montagna. Si tratta della seconda iniziativa di questo tipo in Europa, presente attualmente solo presso l’Università di Saragozza in Spagna, e lo scopo è quello di dare la possibilità a medici italiani ed esteri di frequentare un corso di alta specializzazione in medicina ed emergenza in ambiente alpino, con conferimento, dopo apposito esame teorico e pratico, di diploma riconosciuto anche a livello internazionale. Nel 2013 è nata l’idea del Master in Medicina di Montagna che grazie alla collaborazione con l’Institute of Mountain Emergency Medicine di Bolzano, all’approvazione da parte delle Società Mediche Internazionali più importanti come ISMM, UIAA ed ICAR, punta a diventare un corso di riferimento in ambito nazionale ed internazionale per i medici che, per esigenze professionali, o nella ricerca di nuovi sbocchi e di nuove esperienze, desiderano specializzarsi in questo affascinante settore nel rispetto e nella conoscenza dell’ambiente alpino, portando ad una frequentazione sempre più sicura e consapevole.
Dal 2010 l’Istituto A. Mosso è stato inserito all’interno della Rete Italiana per la ricerca ecologica a lungo termine (LTER).
Sempre in collaborazione con le realtà locali, in primis Monterosa 2000 e Monterosa S.p.A., vengono ormai da anni organizzati eventi di divulgazione relativi alle atttvità di ricerca condotte in negli ambienti d’alta quota. Esempi sono le iniziative Ricercatore per un giorno, La Scienza in Quota, Sapori d’Alta Quota, il Percorso Geologico-Pedologico, attività ricolte al grande pubblico. Nel 2014 è stata inoltre organizzata una iniziativa intera dedicata all’Istituto, con l’intervento di ricercatori e di personale dell’ASTUT.
Sapori d’Alta Quota, estate 2011.
Attività di formazione più specifica viene svolta all’Istituto Mosso nell’ambito dei corsi di laurea in Scienze Forestali e Ambientali dell’Università di Torino, così come nell’ambito di progetti specifici con le scuole elementari e medie della Valle del Lys. Inoltre, anche il FORMONT della Regione Piemonte ed il Club Alpino Italiano hanno più volte organizzato diverse uscite didattiche presso l’Istituto, cogliendo l’opportunità di visitarne la sua parte museale ed ascoltare i ricercatori che svolgono attività di ricerca sui temi della neve, del suolo e delle valanghe nel Monte Rosa.
Esercitazioni per gli studenti del Corso di Laurea in Scienze Forestali e Ambientali dell’Università di Torino (aprile 2014).
Gruppi del CAI in visita all’Isituto Mosso nell’inverno 2009 ed estate 2010.
Articolo de La Stampa sull’attività di formazione svolta dai ricercatori dell’Università di Torino all’Istituto Mosso nel luglio 2014.
Altro fiore all’occhiello dell’attività didattica svolta all’Istituto è la Scuola Internazionale IPROMO School, organizzata dalla Mountain Partnership della FAO e dalla Università di Torino. Le edizioni sono ormai 7, a partire dal 2008 con una edizione sugli effetti del cambiamento climatico sugli ambienti montani.
Inaugurazione della prima edizione IPROMO all’Istituto, luglio-agosto 2008.
Nota curiosa: nel 2011 è stato siglato all’Istituto A. Mosso al Col d’Olen un gemellaggio con l’altro Istituto Mosso presente in Italia: l’Istituto A. Mosso dell’aeronautica militare di Linate.